Oggi faremo un viaggio nel tempo lungo secoli e, per la gioia di tutti gli appassionati, andremo a rispolverare le radici della proprio nostra comune passione: l’automobile e la sua storia gli albori.
Già nel XIII secolo il grande pensatore Roger Bacon affermava: «Un giorno si sarà in grado di costruire carri in grado di muoversi e di conservare il loro movimento senza essere spinti o tirati da alcun animale ».
Prima di arrivare alle auto come le conosciamo noi, bisogna sapere, che ogni veicolo aveva un motore specifico con un sistema di alimentazione proprio e un carburante particolare realizzato ad hoc. Soltanto dopo la prima guerra mondiale, l’introduzione del motore endotermico e della benzina come carburante, questo standard si impose sul mercato.
La storia dell’automobile parte, naturalmente, da un carro
I primi tentativi di creare un mezzo che riuscisse a muoversi anche senza la tradizione animale risalgono al XVIII secolo. Molti progetti restarono solo su carta, ma non quello di Joseph Nicolas Cugnot.
Progettato nel 1769, il “carro di Cugnot” era in grado di spostarsi grazie a un motore a vapore a due cilindri verticali di 325 mm di alesaggio e 387 mm di corsa, per una cilindrata totale di circa 62.000 cm³. Questo piccolo carretto semovente era in grado di trasportare la bellezza di 4 tonnellate di peso, ma aveva alcuni problemi: la velocità di sterzata era lentissima e i suoi freni erano praticamente inesistenti, tanto che il primo prototipo del carro di Cugnot mostrato al pubblico si schiantò contro un muro.
Con il nuovo modello di carro, costruito nel 1771, questi problemi furono risolti, ma la velocità di punta inferiore ai 10 km/h non permetteva di considerarlo una valida alternativa ai mezzi a trazione animale. Negli anni successivi si tentò di sviluppate la creazione di mezzi “stradali” a trazione muscolare o a vela, ma soluzioni più progredite ed efficaci non si fecero attendere molto.Nel 1802, lo svizzero Isaac de Rivaz metteva a punto la prima vettura con motore a combustione interna. Si trattava di un veicolo a quattro ruote completamente di legno il cui movimento veniva prodotto da un motore con un lungo cilindro verticale che ospitava due pistoni. Il primo, più pesante, compiva un lungo movimento, mentre il secondo, collocato in fondo al cilindro, compiva un movimento limitato per regolare l’ immissione della miscela esplosiva all’interno della camera di combustione.
L’eterna voglia di auto elettriche
Il 1839 fu l’anno della prima auto elettrica, introdotta da Robert Anderson ad Aberdeen. L’idea della trazione generata esclusivamente dall’elettricità accompagnerà, con alterne fortune, la storia dell’automobile fino ai giorni nostri, epoca che ormai ha definitivamente svoltato con decisione verso la mobilità elettrica.
Nel 1860 il belga Étienne Lenoir fu poi in grado di mettere a punto un modello di motore a combustione interna alimentato a gas che venne applicato ad alcuni tricicli denominati Hippomobile. Nel 1864 l’italiano Innocenzo Manzetti, invece, introdusse la prima autovettura a vapore moderna in grado di circolare lungo le strade.
Le prime “vere” automobili arrivano dopo la Grande Guerra
Ogni anno il mondo dei motori si innovava e nuovi meccanismi venivano utilizzati dai costruttori di automobili. Dobbiamo attendere, però, gli anni successivi la Prima Guerra Mondiale per avere l’affermazione definitiva dei modelli funzionanti a benzina.
Da allora è storia nota: le auto si sono evolute fino a diventare i gioielli che conosciamo noi ai giorni nostri, modelli spinti da motori a combustione interna o innovativi propulsori elettrici e ibridi.